Come curare la ragade anale?
Come curare la ragade anale è sempre una sfida poichè la ragade che non risponde a terapie conservative dovrebbe essere riesaminata poichè potrebbe necessitare di un trattamento più invasivo.
La costipazione cronica con feci dure, il rallentato transito intestinale, cicatrici o lo spasmo del muscolo anale interno contribuiscono ad un ritardo di guarigione.
Anche le malattie infiammatorie intestinali come ad esempio il Morbo di Crohn, infezioni o tumori anali possono causare sintomi simili a ragadi anali.
I pazienti affetti da dolore anale persistente dunque, devono essere esaminati per escludere queste malattie e questo può voler dire eseguire una colonscopia ed un esame per prelievo di biopsie.
Come curare la ragade anale: l’Intervento Chirurgico
Quando la terapia medica fallisce l’intervento chirurgico rappresenta l’unica possibile soluzione al trattamento della ragade cronica.
Anche se esiste una alternativa ambulatoriale che in molti casi è ancora praticabile, quando il quadro clinico evolve in una ragade cronica, l’unica soluzione è l’intervento.
In questi casi infatti grazie a un trattamento combinato farmacologico che consiste nell’iniezione diretta della tossina botulinica nello sfintere anale, si ottengono ottimi risultati.
La tossina determina un rilasciamento temporaneo della muscolatura che consente alla ragade di guarire nelle settimane successive, con percentuali solitamente superiori alla terapia più semplice farmacologica.
Quando anche questa opzione fallisce, propongo l’intervento chirurgico:
Sfinterotomia Laterale Interna
L’intervento chirurgico di scelta è la sfinterotomia laterale interna che ha un successo pari al 90%.
L’intervento viene eseguito in Day-Surgery ed in anestesia spinale, che ha un rischio piuttosto basso e talvolta può accompagnarsi a incontinenza transitoria ai gas.
La procedure consiste nel dividere, sezionando parzialmente, lo sfintere anale interno così da ridurne lo spasmo, migliorare l’afflusso di sangue e favorire la guarigione della ragade.
Il dolore legato dall’intervento è solitamente lieve ed sicuramente minore del dolore causato dalla stessa ragade.
Nei giorni successivi all’intervento, migliora fino ad un ritorno alle proprie attività quotidiane in 7-10 giorni.

Quanto tempo è necessario per il recupero dopo l’intervento?
La guarigione completa può richiedere fino a circa 6-10 settimane.
Il dolore acuto post-operatorio scompare dopo alcuni giorni e la maggior parte dei pazienti sarà in grado di tornare al lavoro e riprendere le attività quotidiane pochi giorni dopo l’intervento chirurgico.
La ragade può tornare anche dopo l’intervento?
È possibile che una ragade completamente guarita possa ripresentarsi dopo un trauma od a seguito di evacuazione di feci molto dure.
Pertanto è molto importante continuare le buone abitudini dietetiche e di stile di vita, le stesse che valgono anche per le emorroidi.
I tassi di recidiva dopo sfinterotomia chirurgica invece sono estremamente bassi.
Se il problema si ripresenta senza una apparente causa dovremmo fare necessariamente un’ulteriore valutazione .