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Emorroidi in Gravidanza, Come fare?

Le emorroidi in gravidanza costituiscono assieme alla ragade anale, la più frequente patologia anorettale anche nel puerperio con una incidenza massima, subito dopo il parto pari al 12-34%.

Diversi studi dimostrano come il 7.9% di trombosi emorroidarie si verifica durante il terzo trimestre di gravidanza, il 91% entro poche ore dal parto e il 20% durante il post-partum.

La prevalenza della malattia emorroidaria nel post-partum, dipende anche dal tipo di parto ed è ovviamente più frequente nei casi di parto naturale.

Emorroidi in Gravidanza, quali sono i sintomi?

In gravidanza i sintomi sono quelli tipici della classica malattia emorroidaria.

Benché essi siano spesso lievi e transitori, in gravidanza possono portare spesso a ripetuti episodi di emorragia ed a dolore che possono risultare fonte di stress per la donna.

Il dolore può essere più severo si ha nei casi di trombosi locale e può essere un motivo di apprensione aggiuntivo se si verifica in prossimità del momento del parto.

In questo caso la trombosi si può trattare chirurgicamente attraverso l’incisione del gavocciolo emorroidario e l’evacuazione del trombo contenuto al suo interno.

Emorroidi in Gravidanza, come si cura?

Durante tutto il periodo della gravidanza preferisco trattare le emorroidi con terapia conservativa, rivolta al solo sollievo dai sintomi ed in particolare al controllo del dolore.

Per la maggior parte delle donne infatti, i sintomi regrediranno spontaneamente a breve distanza dal parto.

Per cui ogni trattamento sia ambulatoriale che chirurgico deve essere rimandato a un momento successivo al parto.

Fino ad oggi infatti gli studi che riguardano benefici prodotti da farmaci, sono realizzati su donne non gravide.

Inoltre non esistono dati di sicurezza sull’utilizzo in gravidanza di nessuno dei prodotti comunemente usati per le emorroidi.

Il fattore di rischio principale è la stipsi che tra l’altro è più comune durante la gravidanza, a cui si aggiunge il trauma prodotto dall’eventuale parto vaginale.

Dunque è fondamentale avere un transito intestinale regolare con una dieta ricca di fibre, seguire norme igieniche e di stile di vita adeguate.

L’assunzione di blandi lassativi durante la gravidanza è utile e soprattutto nel post-partum aiuta a ridurre il rischio di emorroidi sintomatiche.

Emorroidi in Gravidanza, quando andare dal Medico?

Se compare un dolore emorroidario acuto e molto forte questo è sicuramente causato da una trombosi emorroidaria.

Inoltre le prime 6 settimane dopo il parto costituiscono il tradizionale periodo post-partum che equivale al tempo impiegato dall’utero per tornare alle sue dimensioni iniziali.

Durante questo periodo, molti dei problemi legati alla gravidanza e post-partum tendono a regredire, mentre alcuni tendono a persistere ed altri a comparire.

Si verifica la comparsa o il persistere di mal di schiena, affaticamento, depressione, problemi sessuali, incontinenza urinaria, stipsi ed emorroidi fino al 24%.

La donna sente la necessità di prendersi cura del figlio, aumentando il suo carico di lavoro e stress e ciò porta a trascurare questi sintomi che col tempo tendono però a progredire.

Pertanto, non aspettare che sia troppo tardi e rivolgiti dal tuo colo-proctologo di fiducia che eseguirà una visita accurata.

Cosa accade durante la visita?

Nella mia esperienza clinica, nel periodo post-partum, valuto le pazienti in ambito multidisciplinare, coinvolgendo anche il ginecologo, l’ostetrica e l’urologa.

Di solito la visita specialistica con l’esame obiettivo della regione anorettale e l’anoscopia, è sufficiente a dirimere ogni dubbio ed a rassicurare le pazienti.

Infatti, non tutti i disturbi sono realmente causati dalle emorroidi e dunque ogni paziente deve essere valutata con attenzione.

Al termine dell’esame potrò diagnosticare con certezza la presenza della malattia emorroidaria e se essa necessita di un trattamento specifico.

Cosa sono le Marische emorroidarie post-partum?

Le Skin Tags dette anche marische o pinne muco-cutanee, vengono spesso erroneamente confuse con le emorroidi esterne.

Si tratta di ispessimenti cutanei del bordo anale che nel periodo post-partum sono state causate da una precedente ragade anale o da una tromboflebite emorroidaria ignorati durante la gravidanza.

Sono infatti segni indiretti di una ragade anale o  residui di una crisi emorroidaria ormai risolta.

Piuttosto fastidiose perché causano problemi di igiene intima o sono associate a prurito anale, di solito non richiedono alcun trattamento.

Tuttavia se diventano voluminose, provocano fastidiosi problemi di igiene intima o disagio nella vita sessuale, possono essere facilmente asportate in anestesia locale.

In questo caso, trattandosi di una zona sensibile e ricca di terminazioni nervose, il dolore postoperatorio è forte e richiede una adeguata copertura analgesica.

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