Ragade Anale
La ragade anale è una ferita, potremmo dire una ulcerazione di forma lineare od ovale, lunga alcuni millimetri e localizzata a livello del margine muco-cutaneo esterno dell’ano.
Essa può presentarsi a qualunque età ed interessa in egual modo il sesso maschile e femminile.
Nell’85-90% dei casi si tratta di una lesione singola e solitaria solitamente localizzata nella parte posteriore, mentre nel 10-15% dei casi si localizza a livello della linea mediana anteriore.
Ragadi localizzate in altre regioni del margine muco-cutanea anale devono sollevare il sospetto per altre patologie che richiedono ulteriori indagini.
Le ragadi causano dolore molto intenso e sanguinamento alla defecazione, sono piuttosto comuni nella popolazione e per questo spesso vengono scambiate con patologie che presentano analoga sintomatologia come ad esempio le emorroidi.
Non vi è un’età specifica di insorgenza poiché sono relativamente comuni nei neonati anche se la maggiore incidenza si ha in epoca giovanile ed adulta.
Ragade Anale, qual è la causa?
I principali fattori che possono comportare la comparsa di una ragade sono:
- Stipsi e sforzi alla defecazione: Pazienti che soffrono di stitichezza sono portati a produrre delle feci voluminose e secche, per espellere le quali si rende necessario uno sforzo defecatorio maggiore.
Ciò determina un aumento della contrazione e pressione generata dal muscolo sfintere che causa un trauma e di conseguenza una ferita nella mucosa del canale anale.
- Diarrea: le feci diarroiche sono acide e dunque irritanti per la mucosa anale che può pertanto facilmente lacerarsi.
- Traumi anali: possono causare ferite del canale anale di difficile guarigione.
- Ipertono del muscolo sfintere: l’aumento del tono muscolare dello sfintere anale interno, causa minore flusso di sangue al margine muco-cutaneo anale, rallentando la guarigione della lesione e favorendo la persistenza del dolore.
Il dolore causa a sua volta uno spasmo del muscolo sfintere che dunque innesca un ciclo continuo di micro-ischemia, non permettendo la corretta guarigione della ragade.
- Parto: a seguito del parto possono verificarsi delle fessurazioni traumatiche della mucosa anale.
Molte volte la ragade anale si accompagna alle emorroidi oppure alle malattie infiammatorie croniche intestinali come ad esempio: Morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa.
Ragade Anale, quali sono i sintomi?
I principali sintomi che accompagnano la ragade sono:
- Dolore anale: un dolore sordo e severo alcune volte associato a prurito, che solitamente comincia dopo la defecazione e può durare da pochi minuti fino ad alcune ore.
- Sensazione di corpo estraneo: tra una defecazione e l’altra spesso non si avverte alcun sintomo e molti pazienti per paura di sentire ancora dolore cercano di evitare la defecazione, peggiorando così la stipsi che dunque accelera la malattia.
- Contrattura anale: è dovuta allo spasmo del muscolo sfintere interno, causato dall’infiammazione associata alla ragade.
- Sanguinamento: Dopo la defecazione si nota un modesto sanguinamento acuto con sangue di colorito rosso vivo che vernicia le feci o visibile sulla carta igienica.
- Ano Umido
NON SOTTOVALUTARE I TUOI SINTOMI
Come fare diagnosi di Ragade Anale?
Attraverso una attenta anamnesi della propria storia clinica assieme ad una accurata visita proctologica, riesco a definire l’entità della patologia e con il minore disagio possibile per i miei pazienti.
- Esame fisico: include una ispezione della regione anale. Spesso infatti la ragade è direttamente visibile e di solito questo esame è sufficiente per porre diagnosi di ragade anale.
- Anoscopia: Spesso evito di eseguire una esplorazione rettale poiché probabilmente potrebbe essere troppo dolorosa. Se però la storia clinica mi ponesse il ragionevole sospetto di ragade anale ma non dovessi riuscire ad identificarla visivamente, si rende assolutamente necessario eseguire una anoscopia.
La localizzazione della ragade offre sicuramente importanti indizi relativi alla sua causa. Una ragade che si localizza lateralmente piuttosto che livello posteriore o anteriore, è più probabile che sia segno di un’altra patologia come ad esempio la malattia di Crohn e potrebbe essere necessario eseguire ulteriori indagini di Diagnostica.
- Sigmoidoscopia flessibile: è un esame per cui si utilizza una apparecchiatura costituita de un tubo sottile e flessibile alla cui estremità è posizionata una videocamera.
Una volta inserito a livello anale, il tubo viene guidato lungo il sigma fino a 40-50 centimetri così da visualizzare eventuali patologie. Di solito è sufficiente una preparazione con un piccolo clistere è sufficiente per assicurare una buona visione.
- Colonscopia: il dispositivo a tubo flessibile viene inserito fino a 110-120 centimetri per ispezionare completamente tutta la cornice colica.
Questo esame è più impegnativo della sigmoidoscopia e prevede la somministrazione di una adeguata preparazione intestinale. Per questa ragione eseguo la colonscopia in pazienti di età superiore ai 50 anni, nei quali la storia clinica o la presenza di fattori di rischio predisponenti mi impone di dirimere il dubbio di un tumore al colon.
Si può prevenire?
La prevenzione della ragade anale si attua attraverso uno stile di vita sano che consiste in una dieta equilibrata, ricca di fibre e liquidi, e in attività fisica moderata e regolare, evitando sovrappeso e obesità.
Nei bambini è necessario tenere la regione anale pulita, fresca e asciutta, cambiando i pannolini con frequenza.
Come si cura la Ragade Anale?
Molto spesso le ragadi anali, a causa della somiglianza dei sintomi, vengono confuse con le emorroidi, causando una ritardo nella diagnosi che può portare ad un peggioramento della situazione.
Distinguiamo principalmente:
- Ragadi acute: di recente insorgenza, hanno l’apparenza di una semplice fissurazione nell’ano circondata da mucosa leggermente rigonfia a causa del processo infiammatorio.
- Ragadi croniche: persistono per più di 8-12 settimane e presentano tessuto cicatriziale. Sono più difficili da trattare, perché spesso sono associate alla presenza all’esterno del canale anale di una emorroide o una pinna cutanea “sentinella” oppure tessuto neoformato chiamato: papilla ipertrofica.
Dunque la ragade acuta si trasforma in ragade cronica che è più difficile da trattare e soprattutto è più soggetta a complicanze.
Un approccio progressivo step-by-step anche in questo caso è utile soprattutto per avere buone probabilità di risolvere il proprio problema senza necessariamente ricorrere all’intervento chirurgico.
Quali sono le complicanze?
- Fallimento nella guarigione: In molti casi la ragade può essere trascurata o trattata impropriamente. Dopo 6-12 settimane si ha dunque quella che viene definita come ragade cronica che per definizione è più difficile (ma non impossibile) da trattare e richiederà molto più tempo per la guarigione.
- Recidiva: In alcuni casi i pazienti non giungono all’attenzione dello specialista perché la ragade guarisce spontaneamente. Tuttavia nell’85% dei casi, questa si ripresenterà.
- Interessamento muscolare: se trascurata, la ragade può causare una lacerazione del muscolo sfintere interno, ritardando il processo di guarigione.
- Infezioni: la ragade è pur sempre una ferita situata in una regione sottoposta al continuo passaggio di feci. Ciò espone la muscosa ad un elevato rischio di infezioni.
La Ragade può portare a un Tumore?
Le due patologie hanno un’origine molto diversa anche se alcuni dei sintomi possono verificarsi anche in diverse patologie come ad esempio:
- Tumore del Retto o Tumore dell’Ano
- HIV
- Tubercolosi
- Sifilide
- Herpes
- Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino
Solo una visita specialista può permettere di fugare ogni dubbio e attivare il più corretto percorso diagnostico-terapeutico.